Milano, 28 lug. (LaPresse) – “I grandi assenti di questa legislatura sono i decreti attuativi. Ci sono buone leggi, come il Testo unico sulle malattie rare, che non sono però fruibili dai cittadini. Per questo, oltre a vincere le elezioni, è necessario cambiare rotta puntando sui programmi. Vincere le elezioni vuol dire poter governare per cinque anni il Paese, nel modo più stabile possibile, mettendo mano con maggiore serietà alle diverse riforme che questa legislatura ha solo abbozzato dal momento che per ogni decreto, per ogni legge delega, mancano gli indispensabili decreti attuativi. È di fatto l’elemento di maggiore debolezza di questo governo, che pur avendo rincorso le riforme richieste dal Pnrr, nei fatti non ne ha conclusa praticamente nessuna. E il testimone passerà alla prossima legislatura, al prossimo parlamento e soprattutto al governo. È fin troppo facile benedire le pietre e dimenticarsi delle ultime, quelle che di fatti rendono efficaci e attuabili i principi contenuti nelle prime”. Lo sostiene Paola Binetti, senatrice dell’Udc. “Al governo che verrà e al nuovo Parlamento – aggiunge – chiediamo in anticipo questa alleanza fatta di esperienza e di professionalità; contraria a ogni improvvisazione e orientata a raggiungere gli obiettivi previsti, senza fermarsi a metà cammino, come è accaduto in questa legislatura. Personalmente ho seguito in particolare tre cose, tutte nel campo della Salute e della sanità: La legge sulle Malattie rare, la legge sulla disabilità e la legge sugli Irccs: tutto approvato praticamente all’unanimità, ma tutto reso inapplicabile per mancanza di decreti attuativi. Il governo non ha saputo, o non ha voluto mettere su ognuno di loro la necessaria parola definitiva, accontentandosi della tecnica dell’annuncio. I malati rari non hanno ancora il loro Piano nazionale, previsto per legge; le persone con disabilità non vedranno la riforma radicale della 104, come auspicavano da tempo, la ricerca non godrà di quel supporto indispensabile per affrontare vecchie e nuove emergenze”, conclude Binetti.
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