“Da oggi anche i lavoratori fragili, salvo accordi con le aziende, torneranno a lavorare in presenza. Il loro rientro, a seguito del peggioramento dei dati pandemici, è paradossale. Il Governo non ha accolto le richieste di una fetta di popolazione che esige maggiore considerazione. Oggi comincia una fase oggettivamente più complicata, per le persone fragili, che hanno dei rischi maggiori, ma amano Il lavoro reale più del reddito di cittadinanza e vogliono mettersi in gioco con le loro capacità e competenze. Per questo chiedevano da tempo che venisse loro garantita la possibilità di continuare con lo smart working. Lo smart working avrebbe rappresentato una misura di giustizia nei loro confronti, ma anche di welfare ispirato al buon senso e alla tutela della salute psico-fisica delle persone fragili. Una misura inclusiva di attenzione preventiva per evitare che possano passare a una condizione di emarginazione che creerebbe ulteriore sofferenza e disagio”. Lo sostiene Paola Binetti, senatrice dell’Udc.
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