(DIRE) Roma, 13 mag. – “Il Family Act, con l’istituzione dell’assegno unico, è positivo per tutte le famiglie italiane, ma
non è una risposta sufficiente per fermare il calo demografico del Paese. Nel 2050 l’Italia avrà 5milioni di abitanti in meno, con un invecchiamento progressivo della popolazione che creerà necessariamente nuovi problemi sul piano della relazione di cura e delle stesse politiche previdenziali. Di questi temi si occuperà la seconda edizione degli Stati generali della natalità che si stanno svolgendo presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma. La diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e occorre
assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, in cui si notano gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra intera società. il messaggio che proviene dagli Stati generali, nonostante tutto vuole essere positivo, a patto che si declini con queste parole chiave: il coraggio di ricominciare, la capacità di conciliare lavoro e vita di famiglie; una nuova cultura dell’ambiente, a cominciare dalla ecologia umana. Concretezza e realismo, senza rinunciare a sognare e a narrare una realtà diversa dall’attuale, decisamente migliore. Una politica che sappia cogliere tutta la bellezza del far famiglia.
Il grande problema della natalità ha bisogno di risorse economiche e di adeguati interventi legislativi, ma l’aspetto più importante è culturale. Gli Stati generali della natalità rientrano in un processo culturale indispensabile per riaffermare la centralità dei figlie della famiglia che se ne prende cura per il futuro della nostra società”. Lo afferma la senatrice dell’Udc Paola Binetti.
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Famiglia: Binetti (Udc), bene family act, ma non basta per lotta a denatalità
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