Scuola: Binetti (Udc), libertà e bene comune, serve obbligo vaccino per i prof

Scuola: Binetti (Udc), libertà e bene comune, serve obbligo vaccino per i prof

(DIRE) Roma, 19 lug. – “Il dibattito di questi giorni è tutto concentrato sulla Green Card e sulla sua eventuale obbligatorietà, perchè sulla sua efficacia non sembrano esserci molti dubbi in giro se si vuole riaprire alla normalità la vita del Paese. Il dibattito ricorda l’antica battaglia tra Vax e No-Vax, con quell’ampia terra di mezzo per cui c’erano tantissime persone convinte della necessità di vaccinarsi, ma senza però ricorrere allo strumento della obbligatorietà. Tutto andava definito entro il perimetro del convincimento personale, che oscillava tra educazione alla salute individuale, la propria, e sensibilità al bene comune, in cui andava incluso il vaccinarsi per ragioni sociali. Su questa violenta campagna di scontro, di cui fu vittima l’allora ministro della salute Lorenzin, si è giocata una parte della ultima campagna per le elezioni politiche del 2018, con il M5S fortemente impegnato sul fronte No-Vax. Oggi si torna a parlare del difficile equilibrio tra obbligatorietà e convinzione, dopo che milioni di italiani hanno intrapreso una vera e propria lotta a vaccinarsi, prima, più e meglio, ma un cospicuo numero di loro: sono diversi milioni è del tutto renitente a farlo. Con le conseguenze che vediamo non solo rispetto alle riaperture dei locali dedicati all’industria del tempo libero, come le discoteche, ma anche e soprattutto nella prospettiva della riapertura delle scuole, tra pochissime settimane”. Così Paola BINETTI, senatrice Udc. “La domanda, anche sotto il profilo etico, riguarda i confini della propria libertà quando è in gioco la salute degli altri, in questo caso di giovani e giovanissimi. E’ lecito che gli insegnanti non si vaccinino esponendo i più giovani non solo al rischio Covid, ma anche al rischio di una rinnovata chiusura delle scuole? Cos’è l’etica pubblica, quali sono i suoi confini e le sue responsabilità, ma anche, più semplicemente cosa definisce il profilo di professionalità reale di chi è impegnato nella pubblica amministrazione e in questo caso nella pubblica istruzione?”. BINETTI continua: “Il diritto all’istruzione rientra tra i diritti universali dell’uomo e presuppone, come ogni diritto, che qualcun altro abbia l’obbligo di garantirlo e di assicurarlo nel maggiore e migliore modo possibile. L’abuso della DAD ha creato un vistoso e documentato regresso nella preparazione delle ragazze e dei ragazzi e di questo pagheremo le conseguenze non solo a livello individuale ma anche sociale nei prossimi anni. Per molti si creerà una sorta una oggettiva difficoltà a seguire gli studi superiori, con un conseguente abbandono, ma per molti altri questo obbligherà i docenti a abbassare il livello dell’insegnamento per renderlo più adeguato alle condizioni di accesso della maggioranza degli studenti. Si può permettere che questo stato di cose si prolunghi perché un gruppo, sia pure minoritario ma consistente di insegnanti non intende vaccinarsi? Si può pensare, nel rispetto della loro libertà, di evitare però che, se non sono vaccinati, insegnino creando un disagio diffuso a moltissimi ragazzi e mettendo a rischio sia il loro diritto alla salute che quello all’apprendimento? Il tema della libertà è da sempre un fattore determinante nella vita democratica di un Paese e ne marca la differenza radicale dalle dittature- sottolinea- ma la libertà è pur sempre un valore che va armonizzato e compenetrato con quello di responsabilità e di bene comune. E’ il senso della legge, della cui necessità i popoli si sono resi conto fin dagli inizi della storia della civiltà. Eppure ancora oggi ci si interroga fino a che punto la mia libertà può esporre altri a rischi le cui conseguenze non sono del tutto prevedibili, ma nella misura in cui si riesce a prevederle sono pesanti sia per il singolo, che per la comunità e non si esauriscono nel presente ma impegnano in larga misura anche il futuro personale e sociale”.

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