Maternità surrogata: Binetti (Udc), chiaro fermo no della Consulta

Maternità surrogata: Binetti (Udc), chiaro fermo no della Consulta

Altro è interesse minore, attenzione a corto-circuiti magistratura
(DIRE) Roma, 19 dic. – “La Consulta ha dichiarato con chiarezza e con fermezza che la maternita’ surrogata offende la dignita’ della donna. Sia quella della madre che presta, o piu’ spesso affitta, il suo utero per permettere ad un bambino di affrontare i suoi primi nove mesi di vita, sia quella della donna che accogliera’ questo bambino trattandolo come suo figlio, senza rivelargli il mistero delle sue origini”. Lo dice Paola Binetti, deputata Udc. “Due diverse forme di mistificazione- sottolinea- su cui si innesta tutta l’ambiguita’ di uno dei rapporti umani piu’ intensi e significativi della propria vita di figlio e di genitore. Accettare di fare la madre a tempo determinato, toglie al rapporto madre-figlio la solidita’ che contraddistingue un rapporto affettivo destinato a durare nel tempo e genera invece ansia da abbandono, tipica delle personalita’ insicure. Ma i fautori della maternita’ surrogata hanno gia’ annunciato che cercheranno di ribaltare la sentenza, in nome del supremo interesse del bambino. Un bambino destinato a crescere nella ipocrisia di rapporti umani che si intrecciano, mescolando slanci affettivi con calcoli e bugie in cui non e’ certo l’interesse del bambino a fare da bussola. Oltre 10 anni fa la legge 40 aveva saggiamente previsto questa ipotesi, allora inimmaginabile per i piu’, e l’aveva drasticamente scartata: il vero diritto del bambino e’ quello di essere concepito dai suoi genitori, sapendo chi sono e vivendo con loro fino a che non diventera’ grande e capace di far da se’”. “C’e’ un assalto sistematico – continua Paola Binetti – alla maternita’ vissuta nella sua pienezza: una maternita’ in cui gli aspetti biologici si intrecciano con quelli affettivi e psicologici e la relazione di coppia, tra madre e padre, supporta la loro relazione genitoriale. Nella maternita’ surrogata ognuno di questi rapporti e’ sottoposto ad una ipocrita finzione, per cui niente e’ come sembra. Il padre biologico, che in molti casi e’ anche il padre sociale ed affettivo del bambino, resta sistematicamente in ombra davanti al desiderio di maternita’ che stravolge le regole della natura ed altera in radice i rapporti con il figlio. La vera offesa alla dignita’ della donna e’ rappresentata dall’offesa alla verita’ umana della sua identita’ genitoriale, e alla finzione che in ogni caso tenta di rappresentare. Il nostro ‘No’ fermo alla stepchild adoption andava proprio nella direzione della salvaguardia dei diritti del bambino e della dignita’ genitoriale; ma una magistratura ideologicamente compiacente- conclude la parlamentare Udc- ha ripetutamente tentato di aggirare sia la legge 40, che la stessa legge sulle unioni civili. Il figlio a tutti i cosi diventa facilmente merce di scambio, regolata da contratti ambigui e contraddittori. La prossima legislatura esigera’ dal Parlamento pronunciamenti normativi assai piu’ chiari, che impediscano di trasformare il desiderio di qualcuno nel supremo interesse del minore, che e’ ben altra cosa”.

Source: News UDC Italia

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