Roma, 26 mag. (askanews) – Domani, 27 maggio, la senatrice dell’Udc Paola Binetti presenterà nella Sala Zuccari del Senato il suo ultimo libro ‘No all’eutanasia, Sì alle cure palliative’. La presentazione si terrà alle 15 e 30 e potrà essere seguita anche sulla webtv del Senato. Interverranno Antonello Giarratano, presidente della Società italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siiaarti), Domenico Menorello, presidente dell’Osservatorio parlamentare ‘Vera lex?’, Chiara Mastroianni, Fondazione Policlinico Campus bio-medico di Roma, e Pierantonio Zanettin, onorevole, membro della Commissione Giustizia della Camera dei deputati. “La presentazione del libro – commenta Binetti – avviene a ridosso di una data significativa. Il 29 maggio è la Giornata nazionale del Sollievo, un’occasione che offre a tutti noi l’opportunità di fare il punto sulle cure palliative e sulla terapia del dolore. In Italia la Legge 38 del 2010 ha sicuramente rappresentato un passo avanti nel riconoscimento del diritto alle migliori cure possibili lungo tutto l’arco della vita, stabilendo che il SSN deve fornire cure palliative adeguate in tutti gli ambiti assistenziali e in ogni fase della vita e per qualunque patologia ad andamento cronico ed evolutivo. Ci sono però ancora troppi pazienti che non hanno accesso alle cure palliative. Spesso a causa di un pregiudizio dovuto a mancanza di una vera e propria cultura sulla palliazione. Eppure, le cure palliative sono state riconosciute dall’Oms come un diritto umano e un “imperativo morale di tutti i sistemi sanitari”. “Oltre 56,8 milioni di persone al mondo hanno bisogno ogni anno di cure palliative. Un numero crescente, a seguito dell’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche, che necessita di un insieme di cure volte ad alleviare le sofferenze dei pazienti indipendentemente dalla loro prognosi. Ma per questo occorre superare il concetto che limita le cure palliative alla malattia in fase terminale. Troppo spesso l’impiego di trattamenti palliativi è limitato al fine vita e, anche in questi casi, le terapie vengono avviate solo quando le sofferenze sono in uno stadio fin troppo avanzato”, conclude la senatrice.
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