Scuola: Binetti (Udc), intervenire su recupero carenze didattiche

(9Colonne) Roma, 21 set – “La DAD ha avuto una sua fase iniziale di accoglienza positiva come alternativa alla non-scuola a cui tutti i ragazzi avrebbero dovuto ricorrere in fase di lockdown; ma oggi, a distanza di pochi mesi, risultati alla mano, appare inadeguata a garantire sia obiettivi di apprendimento che obiettivi sociali.” Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, Udc, che continua: “Non è però affatto chiaro di quale sia la nuova offerta didattica ai ragazzi in un tempo delicatissimo come quello in cui occorre armonizzare il recupero delle competenze e dei contenuti smarriti e le nuove tappe di apprendimento, proprie degli anni scolastici in corso. E’ come se tutti gli studenti stessero vivendo un’esperienza analoga a quella dei colleghi che frequentano scuole con recupero anni persi: tenere insieme ciò che avrebbero dovuto apprendere nei due anni precedenti e fare sintesi con le nuove sfide di apprendimento, per guardare in avanti anche in chiave di orientamento. Che fare dopo la terza media o dopo il V anno di scuola media superiore. Ben poco sappiamo delle iniziative positive e creative messe in atto dalle scuole, del supporto offerto agli studenti in termini di tutorato e della presa in carico dei più fragili. Il dibattito nel tempo sembra essersi concentrato, prima sui banchi a rotelle mono posto: flop totale; poi sulla operazione vaccini: obbligatoria per docenti? Per il personale di segreteria, della mensa, ecc… per i genitori che accompagnano i figli, durante le loro riunioni di classe o nei colloqui con i docenti; ma soprattutto per gli studenti… Oggi poi l’attenzione si è spostata sui Green pass: a chi tocca controllare, che sanzioni prendere, ecc… Sappiamo tutto di quel che succede a scuola su questo fronte, ma non sappiamo nulla di come si sta organizzando questa nuova tappa critica del loro apprendimento umano e scolastico; sociale e culturale. Eppure riguarda quasi 8 milioni di giovani che stanno mettendo in gioco il loro futuro in un contesto internazionale ad altissima competitività. Gli ultimi risultati Invalsi richiedono una programmazione su scala nazionale che restituisca dignità alla nostra scuola, alla sua tradizione culturale e al suo potenziale di sviluppo. Vorremmo che il ministro, i dirigenti scolastici, i docenti, parlassero di più proprio di scuola e ci dicessero come si sta affrontando questa fase così delicata in cui lo studio necessita di nuove motivazioni, nuove metodologie e un oggettivo adeguamento delle proposte culturali agli attuali orizzonti della scienza e della tecnica, senza rinunciare alle nostre radici classiche, che comunque hanno fatto grande l’Italia e l’Europa”. (PO / red) 211353 SET 21

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