“Le risorse del Pnrr destinate alle politiche di genere sono consistenti ma urge uno sforzo in più. Serve una visione, basta mancette per le famiglie. Le politiche di genere dovevano essere uno degli assi portanti del PNRR e dovevano servire a ridurre un gap che invece di diminuirsi sembra allargarsi sempre più. A legislatura conclusa e con una campagna elettorale che sta per entrare nel vivo di un confronto serrato il tema dei diritti delle donne occupa ancora il centro di un dibattito complesso. Se in Afghanistan sono negati nei fatti e nei principi; se in Afghanistan sembra sussistere una condizione oggettiva di difficoltà per poterli esigere, in Italia i principi formali sono chiaramente espressi nella nostra Costituzione da quasi 80 anni e sono stati ribaditi anche in occasione del PNRR, che ne ha denunciato l’inadempienza. Ma ancora oggi esistono oggettive discriminazioni sul piano lavorativo, a cominciare dalla disparità degli stipendi, soprattutto laddove la contrattazione è più libera e flessibile. Quando si parla di lavoro poco o mal retribuito si sta parlando quasi sempre di lavoro di cura e quindi di donne. Un lavoro ancora troppo spesso in nero e non adeguatamente tutelato. Una condizione lavorativa così frammentaria e stressante da rendere davvero difficile avere figli e pensare di potersene prendere cura adeguatamente”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc.
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