Cultura: Pankiewicz, Udc e il coraggio di scegliere la politica della speranza

Cultura: Pankiewicz, Udc e il coraggio di scegliere la politica della speranza

Interlocutore attendibile delle istanze locali nelle prossime amministrative del 12 giugno
Di Wojtek Pankiewicz, Responsabile Nazionale Ufficio Cultura
La base portante dell’Udc, cioè i presupposti ideologico-politici da cui trae ispirazione, costituiscono una solida e confortante polizza assicurativa contro il rischio di derive dei valori non negoziabili. Chi aderisce all’Udc lo fa perché ne condivide i principi e la proposta progettuale. Queste premesse però devono trovare lo strumento adatto a trasformare le idee in azioni politiche. Anche su questo si riflette e si discute nell’Ufficio Cultura del partito e gli spunti che emergono e che emergeranno dalla discussione costituiranno un utile contributo per passare dalle parole ai fatti.
Proprio in questi giorni di campagna elettorale per le elezioni amministrative del 12 giugno, stiamo cercando col segretario nazionale, on. Lorenzo Cesa in testa, in giro per l’Italia, impegnato in innumerevoli incontri pubblici, di convincere i cittadini della bontà del nostro progetto centrista e che l’Udc è un interlocutore attendibile delle istanze locali, in quanto cerca di intercettare i bisogni della gente e farsi portavoce soprattutto delle necessità dei più deboli e delle loro giuste rivendicazioni.
Inoltre noi dell’Udc diciamo sempre forte e chiaro, da che parte stiamo, come avviene coi temi sensibili della vita ma anche con la tutela delle prerogative della dignità umana, a partire dalla libertà individuale e dal lavoro. I contenuti della nostra proposta politica ispirata cristianamente vedono i capisaldi nell’applicazione congiunta della Costituzione e dell’Insegnamento sociale della Chiesa basati sulla solidarietà, sulla sussidiarietà, sul rispetto della dignità umana.
Ciriaco De Mita: “…se si riflette, in politica il potere non è solo forza e comando, ma soprattutto pensiero, parola, capacità di persuasione e di decisione a favore del bene pubblico…”. “…non resisto alla curiosità ed alla ricerca delle ragioni delle cose e degli eventi della società e del nostro tempo. Solo così non si scade nel luogo comune, ma si scopre un orizzonte, si ipotizza un percorso, si intravede una soluzione”.
In queste due citazioni, tratte da un’intervista che concesse parecchi anni fa, c’è, per intero, la “cifra” della visione di Ciriaco De Mita, la concezione che coltivava di cosa fosse, di cosa dovesse essere la politica. sulla ricerca di una più compiuta Giustizia sociale.
Una visione che evoca la politica secondo quella dimensione del “pensare politicamente” che stava a cuore anche a Giuseppe Lazzati e la coglie non come qualcosa che “si fa”, ma piuttosto che “si vive”. Aspetto rilevante nel De Mita, cattolico-democratico che attinge e cerca di portare a sintesi, nel suo impegno di rinnovamento “popolare” ed insieme colto della Democrazia Cristiana, le lezioni di Sturzo e di De Gasperi.
Proprio come fa oggi l’Udc, che rigenera, anche con la creazione degli Uffici Cultura e Formazione la sua identità culturale, il suo patrimonio ideale.
Ci impegniamo e lavoriamo, e per questo chiediamo il voto degli elettori, per una politica che sia consapevole della nobiltà che le compete e che cerchi anche negli enti locali di orientare l’attività delle istituzioni verso traguardi di libertà, di giustizia e di bene comune.

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Source: News UDC Italia

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