(DIRE) Roma, 21 feb. – “E’ un disegno di legge di iniziativa parlamentare che crea senz’altro dei problemi perché non c’è un accordo tra le forze politiche di maggioranza. Nonostante l’ostinazione che caratterizza il Pd e i 5 Stelle nel portarla avanti, la legge sul fine vita non gode di alcun appoggio tra le altre forze partitiche che sostengono il governo. Ed è incredibile come, a distanza di poche ore dall’aver celebrato la vita, con la giornata dei medici, con questa legge in Parlamento diamo loro il ruolo di agenti di morte”. É Paola Binetti, senatrice Udc, a commentare con l’agenzia Dire l’approdo alla Camera della legge sul fine vita, probabilmente la prossima settimana, all’inizio del mese di marzo. “Siamo del tutto contrari, quando anche ci fosse la volontà del paziente per il suicidio assistito, e siamo contrari al fatto che in ospedale si creino i letti della morte- sottolinea Binetti- Sosteniamo una linea completamente diversa che passa per le cure palliative anche in ambito pediatrico. Il disegno di legge, inoltre, è scritto male, nella sua intenzionalità c’è la volontà di morte. Non credo quindi che questo provvedimento andrà
molto lontano, dalla Camera, dove è atteso nei prossimi giorni, al Senato, non avrà assolutamente vita facile”.
Ma se unità di intenti e visione non c’è neanche tra le forze di governo, come se ne discuterà in Parlamento? “Il dibattito c’è già stato su questo tema- risponde la senatrice Udc- sia sul referendum sia sulla decisione della Corte Costituzionale. La domanda giusta è se vogliamo un dibattito che si collochi sul fronte di ‘cosa possiamo fare’?. La legge c’è già ed è quella sulla Dat, del 2019. La Corte ha posto vincoli molto precisi ma non si è inoltrata in ambiti molto più approfonditi. Questa è una battaglia di valori per noi, ma di bandiera per la componente progressista, che sembra quasi individui il progresso esclusivamente su una prospettiva di morte. Laddove per noi il progresso è togliere il dolore alle persone che soffrono”, conclude Binetti.
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