(Public Policy) – Roma, 13 dic – “Mentre la legge di Bilancio segna il passo e Forza Italia pone come condizione fondamentale per l’approvazione lo slittamento delle cartelle esattoriali, il dibattito parlamentare a Montecitorio si concentra sull’eutanasia, come se la preoccupazione più urgente degli italiani fosse quella di mettere fine alla loro vita, quanto prima, nei tempi e nei modi da loro scelti. Sorprende l’approccio complessivo del Parlamento, che non esito a definire schizofrenico”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc.
“Senato e Camera sono concentrati su due posizioni diverse e apparentemente contraddittorie. In Senato il dibattito sulla legge di Bilancio riguarda persone che vogliono vivere con la maggiore dignità possibile per garantire alla propria famiglia condizioni adeguate allo stile con cui è sempre vissuta. Per questo chiedono al governo garanzie concrete sulla propria situazione economica, compromessa dalla perdurante pandemia, e garanzie sul piano del lavoro, per coloro che sono disoccupati, soprattutto per i più giovani. Alla Camera invece si discute di come si possa facilitare la morte a chi non vuole più continuare a vivere; si parla di eutanasia e di come il suicidio assistito debba essere facilitato a chi ne fa richiesta, a prescindere dal diritto del medico alla obiezione di coscienza. Da come vanno le cose nelle due Camere sembra più facile garantire la morte che la vita dei cittadini; come se la volontà di morire sopravanzasse la volontà, e il diritto, a vivere dignitosamente”.
“In Senato- aggiunge- ci stiamo battendo per far slittare il pagamento delle cartelle esattoriali di alcuni mesi, quando le persone avranno recuperato la loro disponibilità economica. Vogliamo venire incontro alle persone e ridurne il disagio. Alla Camera ci si batte perchè una persona stanca di vivere, possa chiedere ed ottenere dal governo tutti gli aiuti di cui ha bisogno. Una evidente discriminazione davanti alla legge: chi vuole morire batte chi vuole vivere, come se i due diritti fossero minimamente confrontabili. Il diritto a morire sotto forma di suicidio assistito è una novità del nostro tempo, che potrebbe perfino essere scavalcata dall’omicidio del consenziente, previsto da un referendum per ora solo probabile”.
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