Ambiente in Costituzione: Binetti (Udc), Italia prima a livello mondiale

Ambiente in Costituzione: Binetti (Udc), Italia prima a livello mondiale

(9Colonne) Roma, 2 nov – “Mentre a Glascow nella riunione Cop26 si discute animatamente di Ambiente e di come ridurre la temperatura globale del Pianeta di almeno un grado e mezzo, per prevenire il dissesto idrogeologico che ci minaccia ormai sistematicamente, il Parlamento italiano sta cercando di fare un passo ulteriore introducendo direttamente in Costituzione il tema della tutela dell’ambiente e della biodiversità. La Costituzione italiana è stata la prima Carta costituzionale, nel panorama mondiale, a prevedere la tutela del patrimonio culturale, storico, artistico e del paesaggio, esprimendo così una propria specifica sensibilità nella tutale dell’Habitat umano. Non si tratta di un semplice antropocentrismo, ma di una prospettiva ecologica ad ampio raggio, assai vicina a quella proposta da Papa Francesco con la sua Enciclica Laudato si. Non a caso Natura e Cultura sono sempre state due coordinate essenziali per prendere decisioni che rimandano ad una specifica responsabilità dell’uomo. Responsabilità che è ormai da tempo al centro del dibattito politico nazionale perfettamente in linea con l’Agenda 2030 dettata dall’ONU per garantire uno Sviluppo Sostenibile. Non a caso l’ambiente è stato un tema centrale anche nel recente Incontro romano del G20, anticipando molte delle considerazioni e delle relative decisioni che a Glasgow sono all’ordine del giorno”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, tra i firmatari del ddl che intende sottolineare il valore e l’importanza dell’ambiente, inserendolo esplicitamente anche nella Costituzione. “Se di tutela dell’ambiente si è iniziato a parlare con maggiore più attenzione agli inizi degli anni Ottanta, non possiamo sottovalutare come molti articoli della Carta Costituente vi facciano già riferimento – aggiunge -. Penso ad esempio al rapporto tra Salute ed ambiente già previsto nell’articolo 32 della Costituzione. La minaccia che i cambiamenti climatici possono creare e di fatto creano per la salute umana è ormai nota a tutti i Paesi, anche se la sua valutazione oscilla tra una forbice fin troppo ampia, per cui da una parte vediamo gli Stati Unito e l’Europa cercare di accelerare il processo di tutela, mentre l’India si attesta su posizione che arrivano al 2070, la Cina preferisce evitare di porre scadenze. Chissà se nella prospettiva di una Costituzione europea, che ancora ci manca, l’esempio dell’Italia che pone la tutela dell’ambiente in Costituzione non possa essere una buona spinta unificante per gestire il cambiamento”. (PO / red)

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Source: News UDC Italia

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