Vaccino: Binetti, ora è anche impegno morale o libertà individuale

Vaccino: Binetti, ora è anche impegno morale o libertà individuale

(DIRE) Roma, 29 lug. – “I vaccini, intesi come diritto ad essere vaccinati e come dovere di vaccinarsi, stanno diventando la nuova questione morale nel nostro Paese. Da un lato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Ministro della Pubblica Istruzione Enrico Bianchi, la maggior parte del mondo scientifico, persone sopravvissute al Covid o familiari di persone decedute per il Covid. Un piccolo esercito di persone che esercita una pressione tutt’altro che indifferente sulla pubblica opinione per convincere, senza obbligare, tutte le altre persone a vaccinarsi. Dall’altra parte i dubbiosi, gli incerti, coloro che non sono ancora convinti, quanti hanno avuto esperienza di eventi avversi collegati al vaccino; e poi i sostenitori di ideologie negazioniste in merito al rischio; i fautori di una libertà senza limiti né condizioni; gli appassionati di teorie complottiste; i seguaci delle fake news di moda”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC. “Anche qui un esercito numericamente inferiore al precedente- sostiene la senatrice- ma tutt’altro che irrilevante. Per ognuno la questione morale si pone ponendo in pole position o il senso di responsabilità verso gli altri o il culto della propria libertà. Come se fosse possibile scindere il binomio libertà con responsabilità; ma in ogni caso la questione morale posta dai vaccini sta prevaricando qualsiasi altra questione di interesse generale. Ogni valore – aggiunge BINETTI – ha diritto ad essere declinato in piena libertà personale, ma ogni valore è tale a seconda del contesto concreto a cui si riferisce. Se è vero che posso tranquillamente rinunciare ad andare a cinema o a teatro; posso evitare ristoranti e feste pubbliche; posso privilegiare la macchina rispetto al pullman o al treno, non posso con la stessa autonomia, o libertà!, evitare ambienti strutturali nella nostra vita quotidiana come sono le scuole, i luoghi di lavoro o gli stessi ospedali”. “Quei contesti nei quali sussiste la obbligatorietà della frequenza e nei quali ho diritto a credere che il rischio sia prossimo allo zero, perché chi governa ha saputo difendere il diritto di tutti e non solo il diritto di alcuni. Lo stesso articolo 32 della Costituzione nella seconda parte- osserva la senatrice- quella parte che piace tanto anche ai fautori dell’eutanasia, sostiene che il criterio della obbligatorietà possa sussistere solo se e quando lo prevede la legge nella prospettiva dell’interesse generale della collettività. E non c’è dubbio che in questo caso sia in ballo proprio l’interesse generale della collettività”. “Chi svolge una funzione pubblica, e tali sono gli insegnanti, i medici, e tanti funzionari pubblici, implicitamente, scegliendo quel lavoro e quella professione, ha già scelto un insieme di regole e di criteri che difendono le persone di cui dovrà farsi carico. Scegliendo di fare l’insegnante ho già assunto una esplicita responsabilità nei confronti dei miei allievi, una responsabilità che mi impone una serie di misure di prudenza, codificate anche per legge. Si pensi per esempio quando gli insegnanti dovevano sottoporsi a test, in vigore fino a pochi decenni fa, per valutare il loro stato di salute in rapporto alla tubercolosi, che rappresentava allora uno dei fattori di rischio più gravi per il contagio. Oggi nessuno dovrebbe esporre la salute dei bambini a nessun tipo di ischio per la loro salute, anche per preservare il loro diritto all’istruzione e alla vita di relazione con i coetanei”, conclude BINETTI. (Com/Sor/ Dire) 13:36 29-07-21 NNNN

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