Governo: Binetti (Udc), restituire ruolo a famiglia come relazione di cura

Governo: Binetti (Udc), restituire ruolo a famiglia come relazione di cura

(DIRE) Roma, 18 feb. – “Per capire quale direzione prendera’ la terza fase di questa legislatura, cosi’ faticosa e contraddittoria, occorre tornare a leggere e rileggere il discorso di insediamento pronunciato ieri al Senato da Mario Draghi. Un programma chiaro e lapidario: primo dovere combattere con ogni mezzo la pandemia e poi procedere alla riforma sanita’ territoriale. Ma forse la cosa che ha maggiormente colpito e’ stata la sua affermazione sul fatto che la casa deve diventare il principale luogo di cura. Il che equivale ad un profondo riconoscimento del valore della famiglia: perche’ se la casa e’ il luogo in cui si cura, sono le persone che di quella casa fanno parte che si prendono cura dei loro familiari”. Cosi’ la senatrice Udc, Paola BINETTI. “E in questo senso- aggiunge- ha rilanciato alcuni punti molto interessanti: rendere realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza e potenziare l’assistenza domiciliare integrata. Chissa’ che questa affermazione cosi’ perentoria del Presidente del Consiglio nel giorno del suo insediamento non rappresenti il piu’ potente endorsement degli ultimi anni al valore insostituibile della famiglia e alla necessita’ che la casa, intesa come luogo di cura, sia concepita anche per accogliere in chiave intergenerazionale bambini piccoli, persone anziane, persone con disabilita’, ecc. Forse la necessita’ di affrontare l’emergenza sanitaria ed economica scatenata dalla pandemia puo’ aiutare a fare le riforme necessarie per il Paese anche sotto questo profilo”. La senatrice Udc, Paola BINETTI, continua: che continua: “Pensare alla casa come luogo di cura, sulla scia delle esperienze vissute in questa pandemia, richiama alla memoria infatti due aspetti essenziale della cura familiare cha va dalla cura dei figli a quella dei nonni. Nel primo caso abbraccia il tema delle attivita’ scolastiche e della gestione del tempo libero dei ragazzi, nel secondo caso quello della fisiologica disabilita’ degli anziani. Abbiamo visto crescere i livelli di disagio psicologico negli adolescenti, obbligati ad una solitudine forzata, da cui hanno cercato di evadere in tutti i modi, anche a loro rischio e pericolo. E abbiamo visto la solitudine degli anziani, separati dai propri familiari, spesso parcheggiati in RSA o in Centri per anziani, perche’ le condizioni logistiche della famiglia non consentiva piu’ alcuna forma di convivenza. Ripensare la casa come luogo di cura significa attivare processi di coesione sociale, di integrazione inter-generazionale, che riguardano il mondo del lavoro e quello della scuola; la sanita’ e il welfare; le infrastrutture e i trasporti… Significa lanciare una idea forte e potente che puo’ ri-orientare molti processi, andando in direzione opposta ad una sorta di egocentrismo di cui si e’ nutrita la cultura dei diritti individuali sconnessi dalla prospettiva familiare. Significa anche lanciare uno sguardo nuovo sulle politiche demografiche e sulla non ancora risolta questione femminile, per consentire alle donne un lavoro pienamente soddisfacente, anche perche’ in grado di armonizzarsi a pienamente con la vita familiare e le sue responsabilita’ concrete.” (Mar/ Dire) 13:15 18-02-21 NNNN

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