Dl Ristori: Binetti (Udc), nessuno capisce bene su cosa è posta la fiducia

Dl Ristori: Binetti (Udc), nessuno capisce bene su cosa è posta la fiducia

(DIRE) Roma, 15 dic. – “Una confusione cosi’ non si era mai vista in Senato, anche se era nell’aria.
Il succedersi dei DPCM, tutti con lo stesso nome Ristori 1, 2, 3, 4…,
confluiti l’uno nell’altro in una sorta di maxi emendamenti che si
rincorrono e si contraddicono, come in un gioco di scatole cinesi,
rappresenta l’emblema di un governo confuso e pasticcione, che nel
tentativo di accontentare tutti, non riesce a risolvere i problemi di
nessuno. Difficile per noi senatori, della maggioranza e
dell’opposizione, capire come intervenire sull’uno o l’altro dei DPCM,
sapendo pere di piu’ che ce n’e’ un quinto in attesa. A tal punto che al
termine della discussione generale, con il Ministro D’Inca’ pronto a
mettere la fiducia, mancava ancora l’oggetto della fiducia. E stante
l’inammissibilita’ di alcuni emendamenti, nessuno, ma proprio nessuno,
neppure nella maggioranza, conosceva il testo su cui nel giro di
pochissime ore avremmo dovuto votare. Certo se la protesta viene da
Italia Viva, partito di maggioranza, nella persona del suo capogruppo,
potrebbe sorgere il sospetto di una manovra di palazzo per indebolire il
governo. Ma se la richiesta viene dal relatore di maggioranza,
ascendenza Pd, allora bisogna proprio dire che la confusione e’ alle
stelle. E cosi’ l’intero Senato e’ ancora in attesa di capire cosa
accadra’, quando accadra’ e che conseguenze avra’…”. Lo afferma la
senatrice Paola Binetti, UDC. “Caos con fiducia al Senato: sembra
proprio una contradizione in termini. Ma e’ proprio cosi’- aggiunge
Binetti- e questo conferma la radicale inadeguatezza di questo governo,
che oggettivamente non sa di cosa parla, neppure quando invoca una
fiducia che non merita e che non avra’, almeno da parte nostra. E magari
domani qualcuno, tra le piu’ alte cariche dello stato, invochera’ piu’
spirito di collaborazione da parte dell’Opposizione. Senza pero’ avere
il coraggio e l’onesta’ intellettuale di ammettere i propri errori e i
propri limiti, di contenuto e di metodo. Chiedere la fiducia senza
sapere cosa contenga realmente il provvedimento a cui si riferisce e’
davvero un abuso di arroganza. Un esercizio di potere che non ha piu’
nulla di democratico, perche’ e’ ovvio che le decisioni passano anche al
di sopra della maggioranza e dello stesso relatore della legge, che
dovrebbe esserne i, garante. E a poco serve che la sottosegretaria
Guerra nella sua replica riconosca alcuni dei limiti del lavoro di
governo e rivendichi il miglioramento del provvedimento nel suo
passaggio in Senato. E’ evidente che l’intera catena di comando e di
trasferimento delle informazioni, delle decisioni, e delle relative
verifiche e’ sfilacciata in modo insopportabile e non merita fiducia
alcuna”, termina la senatrice. (Com/Sor/ Dire) 19:37 15-12-20 NNNN

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