Famiglia: Cavallari (Udc), nella Regione Lazio soldi a chi fa più figli

Famiglia: Cavallari (Udc), nella Regione Lazio soldi a chi fa più figli

Contributo di 1.800 euro annui fino ai 36 mesi del secondogenito

Nella Regione Lazio soldi a chi fa più figli

Soldi a chi fa figli. Pronta la legge della Regione Lazio per incentivare la natalità. Il testo è stato depositato alla Pisana da Enrico Cavallari, consigliere dell’Udc e capogruppo del Misto. L’obiettivo della nuova legge, che modifica la normativa attualmente in vigore, ha l’obiettivo – si legge all’articolo I-di «sostenere, valorizzare e salvaguardare il ruolo e il valore sociale, culturale ed economico della natalità, della maternità e della paternità, nonché contrastare il rilevante calo demografico attualmente in atto, nel rispetto dell’articolo 31 della Costituzione» e dello Statuto regionale. L’articolo 2 disciplina che, una volta approvata la legge, verrà erogato un assegno annuo di 1.800 euro per ogni figlio successivo al primo, nato o adottato dal primo gennaio 2019 m poi. Tale somma verrà corrisposta alla famiglia fino al compimento del terzo anno di età del bambino. L’importo dell’assegno di natalità inoltre verrà aumentato del 20% per ogni figlio successivo al secondo. La nascita del secondo figlio, inoltre, comporterà automaticamente l’erogazione di un secondo assegno di natalità pari a 500 euro, quale contributo economico per il mantenimento del primo figlio fino al compimento del sesto anno di età. Il quarto comma dell’articolo 2 inoltre prevede che per incentivare e sostenere la ripresa dell’attività lavorativa del genitore, è erogato ogni anno, per ogni figlio successivo al primo nato o adottato dal primo gennaio 2019 in poi, fino al compimento del sesto anno di età, un ulteriore contributo economico di mille euro per il pagamento delle rette relative alla frequenza di asili nido e della scuola dell’infanzia, pubblico e privati. U contributo mensile corrisposto, in ogni caso, non può superare la spesa effettivamente sostenuta per il pagamento della singola retta. Per usufruire delle agevolazioni previste dalla nuova legge, il genitore deve risiedere ininterrottamente nel territorio della Regione Lazio da almeno dieci anni e il suo nucleo familiare deve trovarsi in una condizione economica corrispondente a un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 30mila euro annui in presenza di due figli, 35mila euro in presenza di tre figli e 40mila euro in presenza di quattro o più figli. L’articolo 4 introduce anche delle agevolazioni fiscali. L’addizionale regionale Irpef non dovrà essere pagata in presenza di un reddito imponibile non superiore a 60mila euro per chi ha a carico due figli. La soglia di reddito imponibile è innalzata di 7.000 euro per ogni figlio a carico oltre il secondo. Qualora i figli a carico siano a carico di più soggetti, la maggiorazione dell’Irpef non si applica solo nel caso in cui la somma dei redditi imponibili sia inferiore a 60mila euro. Attualmente la soglia è di 50mila euro, che la nuova legge intende dunque innalzare. «Questa nuova politica demografica – spiega il consigliere Cavallari – che va oltre gli interventi già previsti, è mirata a un supporto proporziona- le e premiante versi le famiglie più numerose. L’obiettivo primario è migliorare l’economia dei nuclei familiari con più figli, alla cui base si fa largo l’idea che i figli non vadano percepiti come un peso, quanto piuttosto come una grande opportunità». «Nel nostro Paese – aggiunge Cavallari – è in atto un preoccupante calo demografico. Tra le cause ci sono sicuramente le difficoltà legate al mondo del lavoro, la mancanza di un reddito adeguato e duraturo e una congiuntura economica decisamente sfavorevole. Circostanze che portano le giovani coppie a rinviare la formazione di una famiglia e a fermarsi poi alla nascita di un solo figlio. In un contesto del genere, le Istituzioni devono intervenire, premiando quelle famiglie che mettono al mondo un secondo figlio e poi, magari, anche un terzo e un quarto». La palla adesso passa al Consiglio regionale: la legge andrà prima discussa in commissione e poi votata in Aula.

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Source: News UDC Italia

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