VANIFICATO DIRITTO GENITORI DI FAR VIVERE ALFIE

FINE VITA. BINETTI: VANIFICATO DIRITTO GENITORI DI FAR VIVERE ALFIE

(DIRE) Roma, 23 apr. – “Il piccolo Alfie Evans e’ italiano, titolava ieri in prima pagina, e con il massimo risalto, Avvenire, il giornale che i cattolici si ostinano ancora a considerare a buon diritto il loro giornale.
Ma Alfie non e’ italiano, e nonostante la protezione mediatica del Papa e l’assistenza clinica proposta dal Bambino Gesu’, corre il rischio di morire oggi alle 13.30.
Ora stabilita’ da un team di magistrati e alti dirigenti dell’ospedale in cui e’ ricoverato, che in un colpo solo vogliono sbarazzarsi della patria potesta’, ossia del diritto dei genitori a prendersi cura del proprio figlio, e della piu’ elementare forma di giustizia, che obbliga a schierarsi dalla parte del piu’ debole”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC.
La storia del piccolo Evans “ha appassionato l’opinione pubblica italiana, in modo analogo a quanto era accaduto con il Dj Fabo- ricorda BINETTI- ma in quel caso era in pool position il diritto a morire e la solidarieta’ degli italiani era sollecitata a schierarsi dalla parte della morte; in questo caso in primo piano c’e’ la vita di un bambino che i suoi genitori vogliono accompagnare fino alla fine, senza spegnerla anzitempo.
Nel caso di Fabo il diritto all’autodeterminazione occupava la centralita’ del dibattito, in questo caso assistiamo alla sistematica vanificazione del diritto dei genitori a rappresentare la voglia di vivere del figlio.
Sembrano casi radicalmente diversi. Ma non e’ affatto cosi’ come ben sanno coloro che hanno seguito in dettaglio le vicende che accompagnano la riflessione sulla vita e sulla morte di molte persone in questo nostro tempo, dominato dalla cultura della morte, intesa anche come garanzia di non-sofferenza.
Facciamo il tifo per la vita di Alfie Evans, pur sapendo che molto probabilmente morira’ presto; ma vogliamo per lui che viva quanto la vita stessa gli da’ da vivere, senza interventi che ne anticipino la fine.
Ma facciamo anche il tifo per il diritto-dovere dei genitori a prendersi cura dei figli fino alla fine, senza che istanze di tipo stato-centriche ne sospendano la potesta’ genitoriale.
E’ su questa alleanza viscerale, prima ancora che valoriale, che si fonda la speranza di vita di ogni bambino che nasce e di ogni anziano che invecchia; di ogni persona disabile o affetta da una malattia cronica.
Nessuno ha in se stesso tutte le risorse che garantiscano la sua vita, ne’ tanto meno la sua qualita’ di vita”.
“La vita di ognuno di noi e’ nel crocevia di una serie di relazioni umane, che tanto piu’ se ne fanno garanti quanto piu’ sono dense di affetti e di responsabilita’ di cura.
Guai se in Italia, come accade in molti casi che si muovono in copia conforme a casi ed eventi ispirati alla dei diritti individuali, si sostituisse alla relazione di cura prima quella del diritto individuale poi quella della solitudine dell’individualismo che genera senso di morte.
Ci battiamo per la vita del piccolo Alfie oggi, per difendere domani tanti piccoli italiani a cui qualcuno vorra’ sospendere le cure, invocando il diritto a non soffrire, dopo aver sospeso il diritto dei genitori alla relazione di cura.
Di famiglia c’e’ bisogno, tanto piu’ quando uno vive in condizione di precarieta’.
Ma c’e’ bisogno di una famiglia che curi, che si batta per la vita dei suoi figli, come i genitori Evans e non che subisca l’impianto decisionale del combinato disposto di una magistratura alleata del potere economico, per cui morendo si soffre meno e costa meno”, conclude la senatrice Paola Binetti, UDC.
(Com/Sor/ Dire) 11:31 23-04-18 NNNN

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