Intervista di Avvenire a Paola Binetti: «Per creare un’accoglienza diffusa stop a cultura dei Centri di espulsione»

Intervista di Avvenire a Paola Binetti: «Per creare un’accoglienza diffusa stop a cultura dei Centri di espulsione»

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«Dire basta ai non-luoghi. Puntare su lavoro e sviluppo»

Paola Binetti, deputata dell’Udc, confluita nel progetto “Noi con l’Italia”, assicura che la sua componente farà sentire il suo peso nel centrodestra per una gestione equilibrata del tema migranti, che non faccia mancare il valore dell’accoglienza. «Intendiamo lavorare in due direzioni, uno volto a garantire l’integrazione per chi è già con noi, un altro a dare accoglienza a chi è in fuga dalla sua terra».
Sarà possibile conciliare la vostra visione con quelle degli alleati?
Questa è la grande sfida che ci poniamo come quarto polo del centrodestra. Noi condividiamo molti dei punti programmatici degli alleati, ma conserviamo alcuni punti identitari nostri, che guardano a quella cultura dell’accoglienza che che ci raccomanda il Papa. Per noi vale lo slogan del Giubileo del 2000: «Ero straniero e mi avete accolto». È una cultura che intendiamo portare in tutta la coalizione attraverso il metodo del dialogo e della gradualità.
Ci sarà spazio per implementare la politica dei corridoi umanitari?
I corridoi umanitari sono un’ottima iniziativa a patto che una volta condotti in porto si sappia chi si occupa di queste persone, che non possono essere condannate all’inattività. Ma occorre anche creare condizioni di sviluppo e occasioni di lavoro già nei Paesi di provenienza. L’Africa, quanto a risorse energetiche e materie prime, è infinitamente più ricca dell’Italia, dobbiamo impegnarci a insegnare a queste popolazioni come sfruttare le loro risorse, evitando tentazioni neo-colonialiste. Nel frattempo, però, non possiamo permettere che questa gente muoia in mare. Non esiste “la” soluzione. Si deve ripartire da quanto di buono è stato avviato e superare la cultura dei centri di accoglienza o – peggio – dei centri di identificazione ed espulsione.
Che alternative indica?
Parlavo con suor Eugenia Bonetti, del movimento No more slave(non più schiave), che sta mettendo in atto tutt’una serie di iniziative anche di rimpatrio qualificato e assistito di queste nigeriane che arrivano in Italia e finiscono vittime della prostituzione, aiutate a dar vita a micro-imprese. Ci sono tante comunità religiose all’opera che vanno aiutate nella loro opera meritoria. L’obiettivo cui puntare deve essere un’accoglienza diffusa, evitando di implementare non-luoghi in cui queste persone “scompaiono” deluse per un’accoglienza che non c’è stata.
La missione in Niger sarà continuata da un governo di centrodestra?
Non sono soluzioni di destra o di sinistra, ma di tutti. Ognuno deve dare il suo contributo, su questi temi.

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Source: News UDC Italia

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