Centro: Binetti (Udc), giovani e donne in un nuovo progetto, convention Udc venerdì
(DIRE) Roma, 29 nov. – “Anche il Progetto UDC per un grande centro va ri-prendendo gradatamente forma, sotto la spinta delle nuove generazioni che cercano una casa politica in cui impegnarsi, ma stentano a riconoscersi in molte delle proposte attuali. L’occasione per parlarne è la prossima Convention all’Hotel Marriot di venerdì 3 dicembre. E’ lì che dovrebbero confluire i tanti dibattiti emersi nella Scuola di Formazione politica che via WEB hanno preso vita in questi ultimi due anni. Le richieste sono tante, ma la sintesi può essere quella tipica di ogni movimento giovanile: Vogliamo contare; vogliamo parlare in prima persona e pretendiamo di essere ascoltati. Il futuro è nostro, non solo nostro, ma del nostro futuro intendiamo essere protagonisti. Ma c’è una altra voce chiara e forte che nella medesima Convention chiede e pretende di essere ascoltata: quella delle donne, sempre più consapevoli della loro specificità, rivendicano spazi di leadership declinati al femminile. La politica non può dare voce alle donne solo per deprecare ogni possibile forma di violenza, se non si rende conto che la prima volenza è proprio quel silenziare la loro visione della società; la loro creatività nell’individuare soluzioni nuovi a problemi drammatici come l’inverno demografico; l’inclusione sociale; un’economia circolare; e soprattutto quella lotta alla discriminazione che non nega le differenze, ma ne apprezza il valore e lo rilancia coraggiosamente”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC. “C’è un femminismo di nuova generazione che prende le mosse proprio dalla specificità del ruolo femminile anche in Politica; un ruolo che si declina fino ai più alti livelli, compreso quella di una donna al vertice della Repubblica. Ma non esclude affatto di volere e saper mettere in gioco il senso della buona politica, andando oltre la linea del potere gerarchico, per appropriarsi invece di una governance dialogante ed inclusiva. Il gender pay gap è, ad esempio, una offesa al senso comune e a qualunque logica di best practices. Donne in politica significa anche competenza reale nel saper leggere la legge di bilancio e scovarne le contraddizioni; gli impegni di facciata, come sono quelli che ignorano la necessità di individuare il difficile punto di equilibrio tra vita di famiglia e vita professionale, senza banalizzare i problemi e senza compromettere l’una o l’altra. Dal Centro, inteso come luogo di elaborazione dell’esperienza politica, può scaturire la visione più equilibrata di un Paese in cui le donne ribaltano una serie di stereotipi, per tornare a condividere una linea di governo dove la parità non è puro calcolo numerico o mera convenzione, ma è il riconoscimento di una diversità che crea innovazione e sviluppo”, conclude. (Com/Uct/Dire) 13:39 29-11-21 NNNN
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