Alzheimer: Binetti (Udc), indispensabili servizi e risorse concrete

Alzheimer: Binetti (Udc), indispensabili servizi e risorse concrete

(DIRE) Roma, 21 set. – “Oggi è la Giornata mondiale dell’Alzheimer, Istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) per diffondere iniziative dedicate alla conoscenza e alla diffusione delle informazioni sulla malattia. In assenza di terapie farmacologiche specifiche in grado di curare questa forma di demenza, che da sola rappresenta oltre il 50% di tutte le forme di demenza, e nella impossibilità attuale di riuscire a fermare l’andamento progressivo di malattia è bene sottolineare e rilanciare l’hashtag scelto quest’anno: #nontiscordaredivolermibene”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, Udc. “La giornata di oggi rappresenta un’occasione per capire meglio l’inizi insidioso di questa forma di disagio psicologico che presto o tardi cancella dalla mente delle persone esperienze fondamentali fatte negli anni, conoscenze consolidate e a lungo praticate, affetti che sono radicati nel cuore delle persone. Eppure il timore principale delle persone nelle fasi iniziali della malattia è proprio quello di perdere l’affetto delle persone care, di cui capiscono di essere sempre più dipendenti. La loro autonomia- osserva- si discioglie gradatamente e sanno che solo l’amore paziente dei loro familiari garantisce le condizioni di una vita dignitosa, in cui le stesse emozioni le rendono sempre più fragili. Fino a rendere in molti casi impossibile la convivenza. Eppure non è facile trovare strutture disposte ad accogliere pazienti con Alzheimer perché il loro bisogno di cura e di accompagnamento è costante e non consente distrazioni”. BINETTI continua: “Molto spesso le famiglie non sono in grado di svolgere questo compito di assistenza continua e il ricorso alle badanti, è stato calcolato che ne servono almeno tre nei casi più gravi, non è alla loro portata economica. Non sempre il SSN riesce a venire incontro al loro fabbisogno di cura e l’assistenza, soprattutto sul piano sociale resta spesso inadeguata, per cui la sofferenza familiare si traduce in una sindrome diffusa di burnout. Con ciò sono davvero tante le famiglie che rimodellano la loro organizzazione familiare per non sottrarsi a questo imperativo morale: Non ti scordare di volermi bene”. Ed è pensando a loro che proprio in giornate come questa, sottolinea “dovremmo rivedere le risorse economiche, ma anche la rete dei servizi necessari, strutturati in modo organico per trattare questa malattia, che appare oggettivamente in aumento tra la popolazione generale. Viviamo più a lungo, ma non sempre viviamo meglio. Oggi vale la pena ricordare che, se è vero che è l’amore il più potente fattore di coesione familiare, queste famiglie hanno bisogno di un nuovo Piano nazionale, fatto di risorse umane disponibili, di ausili tecnici, e di iniziative concrete che suddividano il carico di lavoro tra più persone, evitando di soffocarle e di cancellare in loro quello slancio generose che le ha indotte a prendersi cura dei familiari, forse senza rendersi conto fino in fondo di ciò che avrebbe significato. Se vogliamo evitare che in qualcuno di loro si insinui la tentazione di una eutanasia strisciante, non possiamo e non dobbiamo lasciare sole famiglie che testimoniano fino a che punto l’amore familiare può essere eroico e senza limiti”, conclude BINETTI. (Vid/ Dire) 16:35 21-09-21 NNNN

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