Puntare e dare senso ai valori cristiani

Intervista di Alessandra Binazzi ScelgoNews a Paola Binetti.

“La politica tanto denigrata è una vocazione altissima. Una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune”.

Partiamo dalle parole di Papa Francesco per un breve colloquio con Paola Binetti, in politica dal 2005, con 12 anni di Parlamento, candidata al Senato nel collegio uninominale Lazio 03 Roma ‐ Quartiere Portuense, nel collegio plurinominale di Lazio 02, come capolista nel proporzionale e nel collegio plurinominale di Lazio 03, come seconda nella lista proporzionale per il simbolo dello Scudo Crociato con la scritta “Noi per l’Italia-Udc”.

Medico e docente universitario, neuropsichiatra infantile, nell’ultima legislatura ha fatto parte della Commissione Affari Sociali e ricoperto il ruolo di presidente dell’Intergruppo parlamentare per le Malattie Rare.
Tra le sue grandi vittorie c’è il disegno di legge dedicato alla diagnosi, cura e alla abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico.


Noi con l’Italia: chi siete, da dove venite, come vi collocate?

“In realtà il nome esatto del nostro gruppo è Noi con l’Italia-UDC, ed è una sottolineatura importante perché esprime con chiarezza la nostra storia e la nostra tradizione culturale. Lo Scudo crociato sarà il simbolo più antico che gli elettori troveranno sulla scheda, ma nello stesso tempo riflette il grande sforzo di unificazione che abbiamo fatto per mettere insieme le forze politiche che hanno comuni radici: la tradizione popolare, liberale, moderata, riformista e solidamente radicata nei valori cristiani. Tutte quelle caratteristiche che oltre 70 anni fa permisero il miracolo economico italiano, quando dalle macerie di una lunga guerra risorse un popolo determinato a ricostruire il Paese e a farne una grande potenza europea sul piano della democrazia, con un forte slancio industriale e culturale”.


Il vostro programma?

“Sono gli stessi che da 10 anni caratterizzano il mio impegno politico in parlamento e fuori:

  • LA FAMIGLIA AL CENTRO DELLE RIFORME rivolte a giovani e anziani;
  • Piano nazionale MALATTIE RARE, attenzione alla DISABILITÀ e agli ANZIANI;
  • CONDIVISIONE e COLLABORAZIONE umana e politica con i colleghi di tutti gli schieramenti, per risolvere i problemi prioritari del Paese;
  • LOTTA ALLA CORRUZIONE, L’EVASIONE FISCALE E L’AUMENTO DELLE NUOVE POVERTÀ;
  • EUROPA, perchè senza Europa non c’è futuro per la società occidentale;
  • Per un approccio laicamente aperto al pluralismo culturale, sempre che non vanifichi la storia del nostro diritto, della nostra letteratura, della nostra arte e del nostro welfare: RISCOPRIRE LE RADICI CRISTIANE DELLA NOSTRA CULTURA;
  • NUOVE POLITICHE PER L’IMMIGRAZIONE E L’INCLUSIONE SOCIALE: progettare il futuro mantenendo il giusto equilibrio tra i diritti di tutti, italiani ed immigrati, soprattutto per quanto riguarda lavoro, casa, salute.

Nella nostra apertura a dialogare con altre forze centriste, andiamo oltre la logica di un’opposizione sterile puntando a proposte concrete di miglioramento del paese.
Per questo vale la pena darci credito e sostenerci”.


Quali, in particolare, i temi al centro della sua battaglia politica da neuropsichiatra e da cattolica?

“Impegno sul piano della tutela della salute mentale di bambini e adulti; in particolare dei bambini con disturbi del Neurosviluppo (cfr Spettro autistico); difesa della vita, anche dei soggetti più fragili, soli ed emarginati. Riduzione dei livelli di povertà e di disuguaglianza; promozione della famiglia e della armonizzazione dei tempi di famiglia e lavoro per moglie e marito”.


C’è molta stanchezza nei confronti della politica e della Casta. Si avverte l’esigenza di aria e di uomini nuovi.

“Non è la novità che fa il progresso o il miglioramento del Paese. Per cambiare ciò che non funziona nel Paese non servono uomini nuovi, ma persone con un cuore nuovo, coerenti, decise a lottare per gli ideali in cui credono facendo rete con gli altri. Collaborando con tutti coloro che hanno le stesse radici e le stesse aspirazioni. La stanchezza nei confronti della politica è anche la stanchezza di chi ha perso la fede nel futuro, perché ha smesso di credere che ogni vero cambiamento comincia da noi stessi. Non possiamo chiedere agli altri di essere migliori, se rinunziamo a lottare noi per primi… Coloro che attribuiscono alla politica tutte le colpe e si lavano la mani da ogni responsabilità, dovrebbero ricordare l’antica favola delle due bisacce… Questo paese interpella ognuno di noi a lottare per un piano di riforme coraggiose, che mettano in crisi i piccoli e grandi privilegi di ognuno”.


La gente è stufa di inciuci e guarda con grande perplessità ad accordi pasticciati che non risolverebbero certo i problemi del Paese.

“Occorre distinguere tra inciuci e accordi! Non ogni accordo è pasticciato! Noi puntiamo ad un grande accordo nella coalizione del Centrodestra, impegnata ad andare oltre il 40% per poter governare con chiarezza e fermezza… Ma in questa coalizione la Quarta gamba farà la vera differenza nella tutela di valori e principi”.


Quali le priorità in caso di successo? Condivide la scelta di dare la precedenza ai temi della sanità, dei trasporti e del lavoro soprattutto giovanile?

“Condivido queste priorità, rimettendole in questo ordine: Famiglia e politiche per la natalità; giovani, lavoro e formazione previa al lavoro; sanità come diritto alla vita e alle cure necessarie, e non come diritto al rifiuto delle cure e alla morte”.


Cosa pensa del problema immigrazione e di come negli ultimi anni è stata affrontata questa grave emergenza?

“L’immigrazione ci preoccupa per le dimensioni che ha raggiunto e per l’oggettiva difficoltà non solo ad accogliere tanta gente straniera, ma integrarla attraverso le tre classiche e non rinunciabili dimensioni: famiglia, casa e lavoro… Dobbiamo innescare dei processi graduali, che permettano agli italiani di non sentirsi invasi, spaventati, quasi aggrediti. Ma dobbiamo anche offrire a queste persone condizioni di umanizzazione che consentano loro di sentirsi a casa e non semplicemente tollerati o sorvegliati a vista”.


Ricerca, fuga dei cervelli, difesa del Made in Italy …

“La ricerca è da sempre il punto qualificante di un paese e la formazione di giovani talenti deve essere l’orgoglio delle nostre università, che una volta conclusi gli studi di base, debbono permettere ai migliori di proseguire nella loro fatica intellettuale, anche all’estero, ma senza la sindrome del cervello in fuga. Deve trattarsi di un tempo di formazione aggiuntivo, per poi tornare in Italia decisi e determinati a far superare a questo nostro Paese la fase di stallo in cui l’inerzia di un lungo periodo di recessione sembra averci buttato. Possiamo fare di più e di meglio e siamo determinati ad andare in questa direzione.
Il Made in Italy non è solo questione di moda o di cibo, è uno stile di vita e di lavoro in cui competenza e bellezza, tecnologia ed arte, trovano un nuovo punto di equilibrio per un vero rinascimento italiano”.

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