Se un gilet sostituisce un abbraccio, la clinica cede il passo alla moda

Gilet sabbia per iperattivi, esperti seguono mode?
Castelbianco: Concetto culturalmente e pedagogicamente non accettabile
(DIRE – Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 gen.
“In 200 scuole in Germania e’ stato adottato un gilet di sabbia per tenere calmi i bambini agitati. Sarebbero quei minori che si alzano in piedi, che fanno domande anche in modo inopportuno, che battono il piede per terra e danno ‘fastidio’. Assumono un comportamento che determina addirittura una diagnosi di Adhd (Sindrome da deficit di attenzione e iperattivita’). Eppure e’ ormai noto che questo disturbo, sconfessato dallo stesso ideatore, aumenta con l’aumentare dello stress quotidiano di tutti, che poi si traduce in agitazione per i bambini”. È sconcertato Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva, davanti alla novita’ tutta tedesca di utilizzare dei gilet imbottiti di sabbia, da 1,2 a 6 chilogrammi, “con l’obiettivo di tenere fermi” i cosiddetti bambini iperattivi.

“Molti di questi soggetti sono erroneamente etichettati come Adhd mentre invece sono plusdotati- continua lo psicologo- ovvero hanno un quoziente intellettivo che va da 130 a 150. Una caratteristica che li porta ad annoiarsi, a non interessarsi e, quindi, ad agitarsi se vivono all’interno di un ambiente caratterizzato da prestazioni e interessi calibrati per persone nella norma. In Germania- ricorda Castelbianco- venne diffusa in passato anche una brochure che raffigurava un coccodrillino che diceva ai bambini: ‘Fai contento la mamma, chiedile la pasticca che ti fa stare calmo e che la rende felice’. Adesso realizzeranno una brochure per suggerire ai minori di chiedere alla mamma un gilet analogo, o di legarli al letto per farla felice. Questo e’ un concetto culturalmente e pedagogicamente poco accettabile”.

Il gilet di sabbia “cerca di mettere rimedio ad una situazione che riguarda uno stato emozionale, altrimenti non sarebbe certo un giubbotto a modificarla”. Per farlo, prosegue Castelbianco, “sono stati citati due alibi: in primo luogo hanno affermato che tutti i bambini vogliono il gilet, dimenticando che le cose nuove – intelligenti o meno che siano – se proposte in una qualunque classe di bambini vengono desiderate o ripudiate”.

Il secondo alibi, “ancor piu’ drammatico del primo, e’ considerare questo gilet come un abbraccio- aggiunge lo psicologo- come la famosa macchina degli abbracci costruita dalla nota asperger Temple Grandin, perche’ riusciva a darle un contenimento. Se fosse vero che suddetto gilet sia un surrogato di un abbraccio- si chiede Castelbianco- com’e’ possibile che, invece di dare un abbraccio affettivo vero, si debba ricorrere a una contenzione? In questa vicenda vedo solo una grande incapacita’ nel valutare cosa ci sia dietro lo stato di agitazione. Si tenta sempre di ricorrere a diagnosi basate su scale di test poco idonei alla cultura e alla scienza odierna.

Test che confondono uno stato di agitazione emotivo con l’Adhd. In Italia abbiamo circa 500 mila plusdotati, ma ne vengono individuati solo in poche migliaia. Una punta di un iceberg che emerge grazie al duro lavoro portato avanti dai genitori e non da chi si considera esperto- ribadisce Castelbianco- visto che l’esperto ormai si limita a mettere un gilet imbottito di sabbia addosso al bambino agitato. Forse le competenze di questi ‘esperti’ son piu’ nella moda che nella clinica. Gli adulti agitati potranno contare su un cappotto per potersi calmare. In positivo-conclude lo psicoterapeuta- possiamo dire che questo gilet almeno sostituisce gli psicofarmaci, che di certo non sono una soluzione”.

Gilet sabbia per iperattivi, Poma: Pensavo fosse fake news
Portavoce ‘Giu’ le mani dai bambini’: Non e’ questa la strada
“Quando alcuni giorni fa ho letto la notizia, mi e’ parsa talmente assurda che mi sembrava una fake news. Perche’ non una camicia di forza? Ha perfettamente ragione lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, non e’ questa la strada. Si continua a cercare di risolvere il problema partendo dalla coda”. Commenta cosi’ Luca Poma, portavoce nazionale di ‘Giu’ le Mani dai Bambini’ e autore del libro ‘Salviamo Gian Burrasca’ (Terra Nuova Edizioni), i gilet di sabbia utilizzati in 200 scuole in Germania per tenere calmi i bambini iperattivi.

“Adottare soluzioni chimiche o fisiche, come in questo caso, per contenere il disagio- continua il giornalista- non risponde assolutamente alla vera domanda che ognuno – genitori, insegnanti, medici e specialisti – dovrebbe farsi: perche’ esiste questo disagio? Continuiamo a vivere nella fretta di trovare soluzioni quick-fix, ovvero come dice il grande pediatra americano Bill Carey, primario dell’ospedale pediatrico di Philadelphia: ‘Soluzioni facili a problemi complessi’. Dovremmo, invece, prendere il coraggio a due mani e interrogare il disagio dei bambini. Dovremmo interrogare noi stessi come adulti e come educatori, comprendere quali sono le vere ragioni ambientali, psicologiche o mediche che rendono problematico il comportamento di un minore- conclude Poma- e agire di conseguenza per trovare soluzioni efficaci degne di questo nome”.
(Wel/ Dire)

Dr. Federico Bianchi di Castelbianco – Psicologo e Psicoterapeuta dell’età evolutiva. Logopedista
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