RIPENSARE IMMIGRAZIONE ASPETTANDO NUOVA LEGISLATURA

BINETTI: RIPENSARE IMMIGRAZIONE ASPETTANDO NUOVA LEGISLATURA (DIRE) Roma, 14 gen.
“Oggi e’ la giornata dedicata ai Migranti e ai Rifugiati e per tutti noi costituisce una opportunita’ indifferibile per interrogarci non solo su chi sono oggi gli immigrati, ma anche su come i flussi migratori alterino la geopolitica dei paesi di partenza e di quelli di arrivo.
La riflessione si fa tanto piu’ delicata quando ci si trova a muoversi in un contesto politico come quello del Centro-destra, dove si addensano idee potenzialmente molto diverse proprio su questo punto.
Alla demagogia di una certa sinistra, che almeno a parole ha sempre sostenuto che i migranti andassero accolti tutti e sempre, senza distinzioni di sorta, l’UDC ha dato risposte concrete e positive.
Partendo da una rete di servizi di prima accoglienza, ha poi puntato sulla possibilita’ di favorire una ospitalita’ diffusa sul territorio, per evitare quelle contrapposizioni tra italiani ed immigrati, troppo spesso sfociate in conflitti veri e propri. La cultura dell’accoglienza per essere efficace deve diventare contestualmente cultura dell’integrazione con le persone che da tempo vivono in quei precisi territori.
La lingua, le tradizioni, il sistema di leggi e di norme, le consuetudini igienico-sanitarie, il rispetto per le donne e la loro specifica dignita’, l’operosita’ di tutti al servizio della comunita’, anche quando il lavoro manca, sono tutti requisiti essenziali per una integrazione qualitativamente accettabile.
E’ urgente oggi ripensare l’accoglienza degli immigrati, come manifestazione concreta di umanita’, ma anche di realismo politico-sociale. E per questo la nuova legislatura ha una enorme responsabilita’.
Urge un doppio No!, No ai lager libici, dove la gente e’ trattenuta in condizioni sub-umane e No alla morte in mare, sulle carrette della disperazione”.
Lo afferma l’Onorevole Paola BINETTI, UDC, che continua: “Il nostro Si va invece ad una visione a tutto tondo che cerca di rimuovere il senso della paura dal cuore degli italiani e rende possibile che l’accoglienza si faccia a piccoli numeri ma nella piu’ ampia diffusione sul territorio. Paesini ormai spopolati, soprattutto in collina ed in montagna, attendono con ansia persone che ricreino le condizioni di vita migliori, laddove sono sempre vissute intere generazioni.
Ma occorre ricreare in quei luoghi possibilita’ concrete di lavoro, sburocratizzare lo spirito di iniziativa, riscoprire una sobrieta’ dignitosa che sappia ricreare l’essenziale non solo a partire dalla agricoltura, ma anche da piccoli centri industriali. Secondo l’antico modello familiare della solidarieta’; magari chiedendo aiuto ai tanti conventi sparsi sugli Appennini, a volte presenti anche in citta’, sottoutilizzati, ma che potrebbero tornare ad essere luoghi di cultura, di laboriosita’ al servizio del bene comune.
Urge ripensare nuovi modelli di vita a cui le nuove tecnologie possono essere di aiuto, senza sostituirsi alle persone. Ma per questo bisogna smettere di considerare i flussi immigratori alla stregua di nuove invasioni barbariche.
Non sono un ostacolo al nostro sviluppo, ma una potente leva di cambiamento e di sviluppo, oltre che una elementare forma di umanita’…!”.
(Com/Vid/ Dire) 13:46 14-01-18 NNNN

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