Centro: Binetti (Udc), bisogno sempre più esplicito e vistoso
(DIRE) Roma, 22 nov. – “Mentre il dibattito sulla durata della legislatura si fa sempre più incalzante, anche le manovre al Centro diventano sempre più sofisticate. L’UDC mantiene ferma la sua posizione al Centro, per storia, cultura e prospettiva di sviluppo, come da sempre sottolinea Lorenzo Cesa. Dalla Leopolda Renzi, dopo aver lanciato la sua profezia sul voto di primavera, ha invitato le forze di Centro a fare rete e a ricostruire l’antica area della DC. Mastella dal canto suo ha invitato tutti quelli che sognano il Centro a raggiungerlo al Brancaccio in una serata di questa settimana. Quagliariello poi, nel suo instancabile passeggiare per i corridoi di Palazzo Madama, cerca di far capire ai tanti fuoriusciti dei diversi partiti, in prevalenza M5S, una ragione adeguata per superare le proprie e divergenze: solo uniti potranno far sentire la loro voce sul cambio della guardia al Quirinale”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC.
“Insomma, mentre si discute della legge di Bilancio, si vanno
strutturando le due domande con maggior interesse di questo
periodo: chi salirà al colle e quando si andrà a votare. Due
scadenze chiave – spiega Binetti – da cui può dipendere un
significativo cambio di rotta nel Paese. Ma il quesito ancora più
importante, per paradossale che sembri, è quello che riguarda la
mappatura dei partiti alla prossima scadenza elettorale. Chi
starà davvero e convintamente a Sinistra e chi invece a Destra,
ben sapendo che gli attuali schieramenti sono di fatto
insoddisfacenti e lasciano il 50% del Paese lontano dalle urne,
perché non si sente rappresentato. Ogni partito o Movimento è
attraversato da vistose lacerazioni interne, che giustificano la
migrazione interna dei parlamentari tra i diversi partiti. In
questa prospettiva si pone la ricerca e la richiesta di Centro.
Ma dove sia il Centro è molto più difficile capirlo. La crisi che
stiamo attraversando attualmente non è solo sanitaria o
economica, ma coinvolge la dinamica dei partiti al loro interno e
le possibili coalizioni tra di loro; chiama in causa la loro
effettiva capacità di rappresentare le persone, ribaltando la
disaffezione verso le urne e tornando ad avere una classe
politica che esprima al tempo stesso una democrazia partecipativa
e rappresentativa. E’ questa la vera sfida dei prossimi mesi.
Bene i vaccini, anche terza e quarta dose! Ma non solo vaccini!
Al centro del dibattito politico va posta anche l’evoluzione
storia della nostra democrazia con le sue luci e le sue ombre”,
termina.
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