Covid: Binetti (Udc), chiudere scuole danno permanente per i ragazzi

Covid: Binetti (Udc), chiudere scuole danno permanente per i ragazzi

Roma, 2 nov. – “La crisi sanitaria creata dalla Pandemia da Covid si va intrecciando in modo sempre piu’ stretto con quella economica e con quella sociale, tanto da rendere sempre piu’ difficile definire i confini dell’una e dell’altra. Ma c’e’ una quarta crisi che si sta profilando all’orizzonte in modo sempre piu’ drammatico. E’ quella che riguarda la scuola e gli oltre otto milioni di studenti che vedono restringersi in modo sempre piu’ pesante l’orizzonte nel quale dovrebbero coltivare i loro talenti, sviluppare le loro capacita’ e imparare a vivere con gli altri e per gli altri”. Cosi’ la senatrice Udc, Paola BINETTI. “La Didattica a distanza- spiega- sta rivelando i suoi limiti in modi ormai innegabili, anche per i docenti piu’ appassionati di nuove tecnologie: difficile stabilire un rapporto significativo con ragazzi in eta’ evolutiva, che per definizione crescono e cambiano giorno per giorno. Difficile interagire e far interagire in modo creativo gli studenti tra di loro e con i docenti. Pressoche’ impossibile garantire alla valutazione quella oggettivita’ che e’ il primo banco di prova con cui i ragazzi capiscono quanto siano giuste le istituzioni e le relative autorita’. Francamente inutile quella programmazione fatta diligentemente dai docenti che avevano prese per buone le promesse della Azzolina sulla non-chiusura delle scuole. Innegabile il disagio che si crea in casa tra DAD, Smart Working e vita di famiglia, intesa come luogo di incontro e di collaborazione tra esigenze diverse, spazi da condividere, spesso minimi, strumenti di lavoro che incidono sulla stessa rete, sempre meno adeguata a supportare il lavoro di tutti”. Paola BINETTI continua: “Mancano nella scuola, cosi’ come appare oggi agli occhi degli studenti, dei docenti e delle famiglie, le condizioni essenziali per la scoperta, prima ancora che per la trasmissione, di un sapere che si e’ andato creando e accumulando nei secoli, nelle diverse discipline. Mancano soprattutto le relazioni interpersonali che da sempre sono fondamento di ogni esperienza umana. C’e’ una precarieta’ assoluta che si riflette nella contraddittorieta’ delle indicazioni; nella confusione delle proposte, che travolgono tutte nella valutazione di un futuro che non si sa come affrontare, perche’ si percepisce perfettamente che neppure chi governa sa orientare i processi alla loro naturale finalita’”. La senatrice Udc conclude: “La delusione generale discende proprio dalla inadeguatezza dei vertici; nella incapacita’ di prevedere soluzioni alternative che cogliessero i bisogni reali di ragazzi in cerca di ideali e di valori. Nessuno puo’ dimenticare l’enfasi messa sui famosi banchi a rotelle, carissimi, scomodi e soprattutto arrivati a scuola chiusa, quando i bisogni sono cambiati anche nella percezione generale. E lo sterile dibattito con cui si sono rincorse le nomine di docenti di fatto mai arrivate, come accade per gli insegnanti di sostegno, o come sta accadendo per i concorsi. Il cambiamento delle piattaforme digitali sta facendo impazzire i docenti che pure avevano imparato a muoversi su quelle faticosamente apprese in primavera. Nella scuola oggi c’e’ ben poco che funziona e ancora meno funzioneranno domani davanti ad una chiusura che coinvolge anche gli studenti di terza media, alle prese con un esame che conclude il ciclo della scuola dell’obbligo e avrebbero il diritto a fare sintesi del loro sapere in ben altro modo, anche per capire meglio cosa fare da gradi, come orientarsi alla Scuola media superiore. Per loro il danno sara’ permanente e difficilmente risolvibile anche in un prossimo futuro”. (Mar/ Dire) 13:35 02-11-20 NNNN

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Source: News UDC Italia

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