Roma, 6 giu. (LaPresse) – “Domenica 12 giugno, oltre alle elezioni amministrative, gli italiani saranno chiamati a esprimersi sul referendum sulla Giustizia. La giustizia riguarda tutti noi e la percezione della sua gestione non è tra le più rassicuranti nell’opinione pubblica. Né è entusiasmante la riforma che ne sta facendo il Parlamento, dove sembrano prevalere più logiche interne al ministero di Giustizia e ai profili di carriera degli stessi magistrati, i loro ruoli, le loro garanzie professionali. Non è un momento facile per magistrati e magistratura, anche se perdere fiducia in loro farebbe precipitare il Paese in un caos ingovernabile. Proprio per questo è fondamentale andare a votare, in coscienza, secondo le proprie convinzioni, anche secondo i propri schemi mentali e i propri pregiudizi, più o meno ideologici”. Lo dice Paola Binetti, senatrice dell’Udc. “Ma andare a votare è fondamentale per dire al Governo e all’intero Paese che alla Giustizia teniamo tutti moltissimo e un Paese in cui agli abitanti non interessa come vada la giustizia non è e non sarà un né giusto né democratico. Certamente chi ha chiesto i cinque referendum abrogativi, si è posto dalla parte del Sì, ritenendo essenziale modificare alcuni ingranaggi inceppati di un sistema che oggi come oggi fa sperare a tutti di poter evitare l’impatto personale con la magistratura, scegliendo una condotta il più corretta possibile. Ma anche per chi volesse votare No è fondamentale esprimere nel proprio dissenso al quesito referendario, la propria volontà di partecipare attivamente al dibattito per una giustizia migliore, che offra le condizioni oggettivi per una riforma in linea con i valori democratici di più alto respiro in un Paese”, conclude Binetti
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